“Imbullonati”, i conti non tornano
Gli importi IMU/TASI che i Comuni incasseranno con i rimborsi erogati dallo Stato in conseguenza della variazione normativa fissata dall’articolo 1, comma 21, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016), sembrano essere determinati da rendite catastali alquanto incoerenti.
Il dato fornito dal Ministero sui rimborsi, con la comunicazione del 5 agosto, è un valore provvisorio che dovrà trovare conferma nelle verifiche inerenti alle variazioni catastali presentate entro il 16 giugno scorso. Verifiche che l’Agenzia andrà ad effettuare entro il mese di settembre e, successivamente, il Ministero andrà a determinare la rendicontazione definitiva.
Tuttavia è già possibile osservare come, dalle prime risultanze dei rimborsi, alcuni Comuni sembrano avere ricevuto un acconto non congruo rispetto alle tipologie costruttive esistenti sul proprio territorio.
Prendiamo ad esempio i Comuni della regione Emilia-Romagna che dall’allegato A) al comunicato hanno visto determinati i seguenti importi: il Comune di Bologna, capoluogo di Regione, riceverà in acconto € 22.886,00, mentre le città capoluogo di Provincia riceveranno: Modena € 17.411,00; Reggio nell’Emilia € 22.696,00; Parma € 121.159,00; Piacenza € 268.659,00; Ferrara € 351.174,00; Ravenna € 624.366,00; Forlì € 43.414,00 ed infine chiude Rimini con € 875,00.
Senza conoscere le risultanze definitive delle variazioni catastali ed anche senza considerare le possibili differenze relative alle aliquote IMU/TASI che i diversi Comuni potrebbero avere deliberato, è facile affermare che se i numeri sono questi si deve ritenere possibile la presenza di rendite catastali non congrue sia con riferimento al periodo valido fino al 31.12.2015 (rendite catastali comprensive del valore degli imbullonati) è sia con riferimento alle rendite valide dal 1.1.2016 (rendite catastali al netto del valore degli imbullonati). L’anomalia è confermata anche per altre città dell’intero territorio come dimostrano i grafici che si allegano.
Per ragioni di equità tributaria e fiscale i Comuni, partendo proprio dal dato definitivo che si arriverà a conoscere nei prossimi mesi, dovrebbero necessariamente avviare verifiche di congruità sui classamenti così come prevede la normativa vigente con il comma 336 della Finanziaria 2005 e la Legge 80/2006. La NON azione dei Comuni su questo tema avrà conseguenze immediate sull’iniquo carico fiscale tributario che grava gli immobili oltre ad una conseguenza prossima sulla qualità dei valori del Nuovo Catasto Fabbricati.
FABIO LISI
![]() |